La buona novella è un’opera intensa, spirituale e profondamente umana. Fabrizio De André rilegge i Vangeli apocrifi con uno sguardo poetico, dando voce ai personaggi dimenticati delle sacre scritture. In questo articolo sono raccolte alcune delle frasi più significative dell’album, tra riflessioni sulla fede, la maternità e la condizione umana.
Gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso.
Ave Maria
Stelle già dal tramonto si contendono il cielo a frotte, luci meticolose nell’insegnarti la notte.
Il ritorno di Giuseppe
L’eco lontana di brevi parole ripeteva d’un angelo la strana preghiera, dove forse era sogno, ma sonno non era: “Lo chiameranno figlio di Dio”.
Il sogno di Maria
I vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte.
Il sogno di Maria
“Non avrai altro Dio all’infuori di me” spesso mi ha fatto pensare: genti diverse venute dall’est dicevan che in fondo era uguale, credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male.
Il testamento di Tito
“Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano”. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stanco, forse troppo occupato, e non ascoltò il mio dolore.
Il testamento di Tito
“Onora il padre, onora la madre” e onora anche il loro bastone; bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone.
Il testamento di Tito
“Ricorda di santificare le feste”: facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni, senza finire legati agli altari sgozzati come animali.
Il testamento di Tito
Il quinto dice “non devi rubare” e forse io l’ho rispettato vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato: ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio.
Il testamento di Tito
“Non commettere atti che non siano puri”, cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che l’ami, così sarai uomo di fede: poi la voglia svanisce e il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io forse ho confuso il piacere e l’amore: ma non ho creato dolore.
Il testamento di Tito
Il settimo dice “non ammazzare, se del cielo vuoi essere degno”. Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno: guardate la fine di quel nazzareno e un ladro non muore di meno.
Il testamento di Tito
“Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere un uomo”. Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono: ho spergiurato su Dio e sul mio onore e, no, non ne provo dolore.
Il testamento di Tito
“Non desiderare la roba degli altri, non desiderarne la sposa”. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri già caldi d’amore non ho provato dolore.
Il testamento di Tito
L’invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita.
Il testamento di Tito
Adesso che viene la sera ed il buio, mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti.
Il testamento di Tito
Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore.
Il testamento di Tito
Dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore.
L’infanzia di Maria
Guarda le mani, guardale il viso, sembra venuta dal paradiso.
L’infanzia di Maria
Non voglio pensarti figlio di Dio, ma figlio dell’uomo, fratello anche mio.
Laudate hominem
Ancora una volta abbracciamo la fede che insegna ad avere il diritto al perdono sul male commesso nel nome di un dio, che il male non volle finché restò uomo.
Laudate hominem
Con troppe lacrime piangi, Maria, solo l’immagine di un’agonia. Sai che alla vita nel terzo giorno il figlio tuo farà ritorno: lascia a noi piangere un po’ più forte chi non risorgerà più dalla morte.
Tre madri
Chi ti chiama, nostro Signore, nella fatica del tuo sorriso cerca un ritaglio di Paradiso.
Tre madri