“Balorda nostalgia” di Olly e Juli, con cui hanno partecipato a Sanremo 2025, è una canzone che ruota intorno al sentimento struggente della mancanza. Racconta di quanto ci si possa abituare alla presenza costante della persona amata, tanto da darle per scontata ma, quando quella persona se ne va, bisogna affrontare il vuoto che lascia.
«”Balorda nostalgia” è una canzone molto intuitiva in realtà, parla di nostalgia balorda, perché è sempre un po’ balorda, perché fa sempre un po’ male […]. Racconta la nostalgia di qualcosa che non so ancora esattamente se ho già vissuto […]. Se fosse un’immagine probabilmente sarebbero colori: nero, blu, mischiato, però poi che si scalda tutto, un po’ un casino, come me, del resto, dipende dai momenti».
Olly, All Music Italia
Il protagonista si ritrova solo, ancora pieno di speranze, ma costretto a fare i conti con il tempo che passa e con una distanza che si fa sempre più netta. È un brano che parla di quel tipo di nostalgia che non si limita ai ricordi: è una nostalgia viva, che bussa ogni giorno.
Il videoclip
Il videoclip di Balorda nostalgia è interamente in bianco e nero, ambientato su un ring che richiama un’atmosfera un po’ retrò, fuori dal tempo. Olly è da solo, ma non è mai davvero solo: combatte contro un avversario invisibile che lo colpisce senza tregua. Quei pugni che riceve, senza sapere da dove arrivino, sembrano essere la materializzazione della nostalgia stessa: un nemico silenzioso, ma implacabile.
Olly cade, si rialza, barcolla ma resiste. È una lotta emotiva, più che fisica, contro qualcosa che non si può afferrare ma che fa male lo stesso. Il ring diventa il simbolo perfetto di una battaglia interiore.
Significato dei versi
E magari non sarà
Nemmeno questa sera
La sera giusta per tornare insieme
Tornare a stare insieme
Magari non sarà
Nemmeno questa sera
Me l’ha detto la signora, là, affacciata al quarto piano
Con la sigaretta in bocca, mentre stendeva il suo bucato
Il brano si apre con un’amara constatazione: anche questa sera non sarà quella del ritorno. Il protagonista si aggrappa a una speranza che si consuma nel tempo, nel quotidiano, nelle piccole cose.
Il dettaglio della signora al quarto piano, con la sigaretta in bocca e le mani occupate a stendere il bucato, dà la sensazione che la vita degli altri va avanti, mentre quella di lui resta in pausa.
Io le ho risposto che vorrei
Tornare a quando ci bastava
Il protagonista vorrebbe solo tornare a quel tempo in cui l’amore era semplice: bastava poco per essere felici. Ciò che manca è quella normalità che ora appare irraggiungibile.
Ridere, piangere e fare l’amore
E poi stare in silenzio pеr ore
Fino ad addormentarci sul divano
Con il telеcomando in mano
Non so più come fare senza te
Te che mi fai vivere e dimenticare
Tu che mentre cucini ti metti a cantare
E tu chiamala, se vuoi, la fine
Ma come te lo devo dire?
‘Sta vita non è vita senza te
Le emozioni, anche contrastanti, si susseguono in libertà: ridere, piangere, amarsi. Il dettaglio “col telecomando in mano” racconta come si rimanga cristallizzati in un gesto del passato, ma con l’assenza amara del presente.
Ma sai che questa sera, balorda nostalgia
Mi accendo la TV solo per farmi compagnia
Che bella tiritera, insomma
Ti sembra la maniera, che vai e mi lasci qua?
Ti cerco ancora in casa quando mi prude la schiena
E metto ancora un piatto in più quando apparecchio a cena
La nostalgia è una compagnia scomoda, una presenza invisibile che riempie il vuoto. Accendere la TV non è un gesto qualsiasi: è un modo per non sentirsi completamente soli.
Il dolore che si riflette nei gesti ripetuti: cercare qualcuno che non c’è più, mettere un piatto in più a tavola, come se la mente si rifiutasse di accettare la realtà.
Ma chissà perché
Oh, ‘sta vita non è vita senza te
Magari non sarà
Magari è già finita
Però ti voglio bene
Ed è stata tutta vita
Forse è davvero finita, ma il bene resta. Nonostante tutto, è stata vita, piena, intensa, reale (“Tutta vita” è un riferimento al precedente album di Olly).
Non c’è amarezza nel congedo, solo una malinconia lucida e affettuosa. È il saluto a un amore che ha lasciato il segno, anche se non è riuscito a restare.

