Nell’epoca dominata da Internet e dai social network, capita sempre più spesso di scorrere distrattamente tra le novità, con la mente solo in parte presente, alla costante ricerca di qualcosa che catturi la nostra attenzione. Questa abitudine può però avere effetti profondi: nel lungo periodo rischiamo di sviluppare una dipendenza dal “nuovo”, dall’immediato, che ci rende incapaci di soffermarci davvero su ciò che viviamo.
È proprio a questa dinamica che fa riferimento la cantante australiana Tones and I nel brano “Dance monkey” (letteralmente “balla, scimmia”), nato da un’esperienza concreta: durante le sue esibizioni come artista di strada, ha dovuto affrontare l’atteggiamento molesto di alcune persone, tanto insistenti e irrispettose da costringerla a interrompere le performance. Quando smetteva di cantare, veniva perfino fischiata da chi, invece di mostrare comprensione, manifestava apertamente il proprio disappunto.
«Mi ero già esibita per sei ore. Qualcuno è corso davanti a me e mi ha rubato i soldi, un altro era ubriaco e ha provato a sporgersi e suonare la mia tastiera. La folla era davvero ubriaca e rumorosa. Ho detto: “Mi dispiace, ma chiudo qui”. Hanno provato a farmi continuare a cantare, poi hanno iniziato a fischiarmi, e io ero così frustrata, perché mi sono resa conto di come le persone non hanno più pazienza».
🌐 «I had already been busking for six hours. One person ran past and stole my money, and another was drunk and tried to lean over and play my keyboard. The crowd was very drunk and rowdy. I said, ‘”I’m sorry, but this is it”. They tried to get me to keep playing, then they started booing me, and I was so frustrated because it showed me how people didn’t have much patience anymore».
Tones and I, DIFFUS
Il videoclip
Il video della canzone, tuttavia, non segue direttamente il significato del testo. Rappresenta invece la quotidianità malinconica di un anziano signore, impersonato da Tones stessa sotto un pesante trucco prostetico. Quest’uomo vive ormai una vita rallentata, dipendente dal suo badante per svolgere le attività più semplici.
Eppure, nonostante la routine, il protagonista continua a coltivare un sogno: tornare a giocare a golf, sua grande passione. Ogni giorno osserva con nostalgia i cimeli legati a quel periodo, appesi nella sua stanza. Quei momenti felici, passati insieme agli amici, sembrano appartenere a un’altra epoca, forse abbandonata troppo presto.
Alla fine, attraverso un immaginario viaggio tra ricordi e desideri, capisce che non è ancora tutto perduto: la vecchiaia non deve essere solo attesa passiva, ma può diventare un’opportunità per riscoprire nuovi stimoli e nuove gioie.
Significato dei versi
Dicono: “Oh mio Dio, vedo come splendi
Prendi le tue mani, mio caro, e mettile tra le mie
Sai, mi hai completamente folgorato mentre passavo
e ora ti prego di ballare soltanto un’altra volta”🌐 They say, “Oh my God, I see the way you shine
Take your hand, my dear, and place them both in mine
You know, you stopped me dead while I was passing by
And now I beg to see you dance just one more time“
Nella canzone, l’artista racconta in modo implicito una delle situazioni più spiacevoli capitate durante le sue esibizioni, in cui si è ritrovata bersaglio di comportamenti invadenti da parte del pubblico.
Le sue parole rimandano a episodi in cui, nel pieno di un live, alcuni spettatori cercavano di superare i limiti del rispetto, trasformando un momento di arte in un’occasione per valicare la sua libertà personale.
Ti vedo, ti vedo, ti vedo ogni volta
e, oh Dio, mi piace il tuo stile
Tu, tu mi fai piangere
E ora ti supplico di ballare ancora una volta🌐 I see you, see you, see you every time
And oh my, I like your style
You, you make me wanna cry
And now I beg to see you dance just one more time
È un comportamento abbastanza comune cercare di toccare o sfiorare una celebrità quando si trova vicino al pubblico, magari mentre scende dal palco.
In quei gesti, spesso, c’è il desiderio simbolico di portare via un ricordo, quasi fosse un trofeo da conservare. È come voler dire: “Ho toccato quella persona che ammiro tanto, ho avuto un momento tutto mio con lei”.
Tuttavia, se quel contatto non è cercato o offerto spontaneamente dall’artista, rischia di diventare un’invasione della sfera personale. Oggi, poi, con la tendenza sempre più diffusa a documentare tutto attraverso foto e video, questi gesti appaiono ancora meno genuini. Non si tratta più di un impulso sincero, ma quasi di un’azione “dovuta”, da immortalare e condividere.
E così dicono: “Balla per me, balla per me, balla per me,
Non ho mai visto nessuno fare le cose che fai tu”
Dicono: “Muoviti per me, muoviti per me, muoviti per me
e quando finisci, te lo farò fare un’altra volta”🌐 So they say, “Dance for me, dance for me, dance for me
I’ve never seen anybody do the things you do before”
They say, “Move for me, move for me, move for me
And when you’re done, I’ll make you do it all again”
L’emozione che si prova quando si vede dal vivo il proprio idolo è sicuramente intensa e comprensibile. Tuttavia, se l’entusiasmo si trasforma in un comportamento invadente o molesto, ci si dimentica che anche le celebrità sono esseri umani, con emozioni, stanchezza, e il diritto al rispetto. In quei momenti, per l’artista, l’esperienza perde ogni piacevolezza, diventando pesante da sopportare.
Proprio in questa prospettiva, il titolo “Dance monkey” acquista un significato più profondo: la folla impaziente vuole che l’artista si esibisca ancora, la incalza di complimenti e lusinghe, ma allo stesso tempo pretende, si impone, e si irrita se lei non si sente pronta a continuare.
La libertà dell’artista viene così messa da parte in favore delle aspettative del pubblico, che si comporta come se avesse il diritto di comandare lo spettacolo.
«Ci sono state volte in cui era veramente chiaro che la gente era così abituata a fare swipe e vedere qualcosa di diverso per intrattenersi, che la loro pazienza era diminuita. I cambiamenti repentini sono ciò di cui ora hai bisogno per strada. Devi essere rapido… continuare con la canzone».
🌐 «People were so used to be able to swipe to see something different to entertain themselves that the patience had diminished. The quick changeovers were what you need to do on the street now. You have to be quick… get on with the song».
Tones and I, Australian Broadcasting Corporation
Questo atteggiamento, fatto di adulazione continua e richieste incessanti, finisce per evocare l’immagine di un animale ammaestrato da circo, obbligato a esibirsi a comando. Un essere vivente visto solo come fonte di divertimento, a cui non si attribuiscono emozioni, né fatica, né fragilità. Una figura che non può smettere, non può fermarsi, non può rifiutarsi.