Emozioni – Lucio Battisti: significato canzone


“Emozioni” è una canzone che porta già nel titolo tutto quello che vuole raccontare: passioni, pensieri contrastanti, soddisfazioni e tormenti. È un viaggio dentro la vita e dentro di noi, con tutte le sue sfumature, le sue contraddizioni e i suoi bisogni profondi.

Il testo è come un quadro dettagliato, pieno di piccoli tocchi che ti colpiscono: non è una di quelle canzoni che si ascoltano una volta e si mettono da parte. No, qui ogni verso ti spinge ad andare avanti, a cercare un nuovo senso, come se ci fosse sempre un’altra pagina da girare.

Spiegazione dei versi

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
Ritrovarsi a volare
E sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare
Un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
Dove il sole va a dormire
Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore
Come la neve non fa rumore

La prima strofa ci butta subito dentro una visione ampia, quasi cinematografica. C’è l’airone che vola sul fiume, il prato dove restiamo distesi a pensare, le colline al tramonto: tutti elementi che accendono l’immaginazione e ci fanno riflettere.

Ma c’è un contrasto: anche davanti a tutta questa bellezza, dentro di noi qualcosa manca. È quella sensazione inspiegabile di non sentirsi mai completamente appagati, come se ci fosse sempre un vuoto da riempire, una domanda senza risposta.

E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
Se poi è tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me
Ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi emozioni

E allora, se la calma e la bellezza non bastano, si prova a cercare emozioni più forti, quelle che ti scuotono davvero: guidare spericolati, sfiorare il pericolo, sentire il brivido della vita che potrebbe finire in un attimo.

Sono gesti estremi, che nascono da dentro, da quella parte di noi che cerca qualcosa di più. E che a volte prende il controllo, poi si ferma, poi riparte. È un continuo cercare un equilibrio che sembra sempre sfuggirci.

Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo
Per ritrovar se stesso
Parlar del più e del meno con un pescatore per ore ed ore
Per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
Nascere un giorno una rosa rossa

Dopo aver provato a colmare quel vuoto da soli, arriva il momento in cui capisci che non puoi farcela senza gli altri: serve qualcuno con cui parlare, condividere. E così, anche un dialogo semplice con un pescatore diventa importante.

Si parla per ore e si arriva a una verità semplice ma potente: se non semini qualcosa di buono, non crescerà mai nulla. E quella rosa rossa che spunta alla fine diventa il simbolo della speranza, dell’amore, di qualcosa che può nascere solo se si crede davvero in un cambiamento.

Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo
Per ritrovar se stesso
Parlar del più e del meno con un pescatore per ore ed ore
Per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
Nascere un giorno una rosa rossa

Alla fine, Battisti ci lascia con una riflessione più intima. Parla di sé, ma in realtà parla di tutti noi, di quel lato fragile che ci fa sentire persi, confusi, a volte senza controllo.

Ma è proprio in quei momenti che ci riconosciamo negli altri, perché nessuno è immune. Tutti attraversiamo fasi difficili, e le emozioni, per quanto forti o dolorose, vanno vissute fino in fondo: solo così si supera, solo così si cresce.


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