Quando “Impressioni di settembre” è stata scritta, non c’erano certo effetti speciali o produzioni spettacolari. Ma basta leggere il testo per accorgersi di quanto ogni parola sia stata scelta con cura per dare forma concreta al cambiamento tra estate e autunno.
Ogni immagine è così precisa che sembra quasi di toccarla, come se le emozioni si trasformassero in materia. Le parole funzionano come pennellate su una tela: evocano paesaggi e stati d’animo con la nitidezza di una fotografia.
Spiegazione dei versi
Quante gocce di rugiada intorno a me
Cerco il sole, ma non c’è
Dorme ancora la campagna, forse no
È sveglia, mi guarda, non so
Già dalle prime note, la musica ti trasporta: ti sembra di vagare in mezzo alla natura, dentro un paesaggio che cambia. Poi arrivano le parole, a raccontare quel momento delicato in cui l’estate sfuma e si affaccia l’autunno. I dettagli sono minuscoli ma fortissimi: l’alba che inizia appena a farsi vedere, la rugiada che brilla sull’erba, la campagna ancora immersa nel silenzio prima del sorgere del sole. Ti ritrovi lì, senza accorgertene.
Già l’odore della terra, odor di grano
Sale adagio verso me
E la vita nel mio petto batte piano
Respiro la nebbia, penso a te
Immagina di camminare lungo un sentiero che sa di terra bagnata, dove nell’aria c’è un profumo di grano maturo. Ti invade una voglia di vivere che parte da dentro, dal battito del cuore, dai pensieri che vanno dritti a chi ami. È una scena semplice, ma intensa: un momento in cui il paesaggio diventa un’estensione di te.
Quanto verde tutto intorno e ancor più in là
Sembra quasi un mare l’erba
E leggero il mio pensiero vola e va
Ho quasi paura che si perda
La sensazione è talmente nitida che sembra di vedere davvero quella distesa verde, come un mare d’erba mosso dal vento. È quel tipo di verde che si fa più vivido proprio alla fine dell’estate, quando l’autunno inizia a mostrarsi. Davanti a immagini così forti, come non lasciarsi trasportare dai propri pensieri?
Un cavallo tende il collo verso il prato
Resta fermo come me
Respiro la nebbia, penso a te
E tra questi paesaggi di campagna, capita spesso di incontrare un cavallo che pascola libero. Anche qui, l’immagine è precisa: si tratta di un cavallo che, non appena percepisce un pericolo, scatta via, veloce e silenzioso. È un simbolo, un riflesso: ogni scena, ogni suono, porta la mente verso chi si ama. Tutto riconduce a quella presenza.
No, cosa sono? Adesso non lo so
Sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso
No, cosa sono? Adesso non lo so
Sono solo, solo il suono del mio passo
Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già
Il giorno come sempre sarà
Nell’ultimo passaggio, è come se il protagonista vedesse scorrere la sua vita davanti agli occhi. Si ferma, si pone domande, cerca risposte. Ha dubbi, si smarrisce un po’, ma trova conforto nel rumore dei suoi passi.
E lì, camminando, capisce: la vita va avanti, proprio come le stagioni. Dopo ogni notte, anche quella più buia, torna sempre il sole. E con esso, un nuovo giorno da vivere. Uno che, chissà, potrebbe anche non deluderti.

