Maschio – Annalisa: significato canzone


La canzone “Maschio” di Annalisa esplora cosa significherebbe, per una donna, indossare temporaneamente i panni di un uomo. La cantante riflette su emozioni e reazioni forti, a volte persino autodistruttive, che caratterizzano il vissuto maschile.

«Quanto differente può essere, la stessa azione, la stessa frase, lo stesso pensiero, nei panni di un lui? Che sogno, essere lui!».

Annalisa, Radio Deejay

Ma dietro questa corazza si intravede anche una certa fragilità, spesso mascherata da gesti eccessivi.

«”Maschio” è una canzone femminista, se significa muoversi verso la parità».

Annalisa, Radio 105

Annalisa si mostra perfettamente a suo agio in questo ruolo immaginario e, con un tono provocatorio ma sincero, confessa quasi di invidiare alcune libertà concesse agli uomini, come la forza fisica e l’autonomia sociale.

Spiegazione dei versi

Faccio il diavolo per te
Vado al massimo per te
Io mi illumino per te
Anche quando non mi baci per orgoglio

Annalisa si rivolge a una persona amata come se fosse lei l’uomo nella relazione. Esprime il desiderio di dare il massimo per quella persona, anche quando non riceve affetto in cambio.

Posso farlo io per te
Vado in terapia per te
Scaglio io la prima pietra
Mi rovino la carriera
Presa da una furia cieca
Per calmarmi sto svuotando il portafoglio
Io mi indebito per te

I versi “Posso farlo io per te / Vado in terapia per te” mostrano l’atteggiamento spesso attribuito agli uomini: quello di essere risolutori, quelli che “devono” aggiustare le cose.

L’idea di andare in terapia non è vissuta come un gesto normale, ma come un’eccezione, un sacrificio. Questo maschio immaginato da Annalisa arriva perfino a rovinarsi per amore, trascinato da emozioni forti e mai davvero elaborate, in uno stato di “furia cieca” che può portare tanto a gesti eroici quanto a scelte distruttive.

Ma te lo giuro su Maria
L’amore cieco è una teoria
Non parli mai di gelosia, ma io lo so
Anche un maschio a volte piange

Questi versi mettono in discussione un’idea diffusa: quella che l’amore, per essere vero, debba essere cieco. In realtà, l’amore può ferire, suscitare dubbi e gelosie, a prescindere dal genere.

Anche quando un uomo non ammette di essere geloso, Annalisa intuisce che la fragilità c’è e va riconosciuta. “Anche un maschio a volte piange” è un verso che spezza il tabù, dando spazio a un’emozione solitamente repressa.

Se fossi nella tua camicia o anche più giù
Mi diresti: “Pervertita” o peggio: “Fai tu”
Ma perdona i miei peccati come ha fatto Gesù
Come hai fatto con lе altre

Annalisa denuncia il peso dei giudizi che le donne ricevono, soprattutto quando si tratta di desideri e libertà personali. Parla di come, se fosse lei a esprimere certe fantasie o intenzioni, verrebbe subito etichettata in modo negativo. È un riferimento diretto a un doppio standard ancora molto presente nella nostra società.

La cantante fa poi un parallelo con la Bibbia: Eva ha sempre rappresentato l’origine del peccato, ma persino Gesù ha mostrato compassione verso le donne. È un sistema antico che continua a influenzare i comportamenti odierni.

Se fossi un maschio, io
Mi vendеrei per tutto, per zero
Mi venderei per finta e davvero
Io mi venderei solo col pensiero
Solo per lei, solo per lei

I versi “Se fossi un maschio, io / Mi venderei per tutto, per zero…” parlano di un’identità maschile pronta a svendersi, anche solo col pensiero, pur di piacere o di sentirsi desiderata da una sola persona. È una riflessione amara, che mostra quanto l’insicurezza possa spingere a cercare approvazione anche nei modi più contraddittori.

Questa mascolinità immaginata da Annalisa non è potente, è vulnerabile. Si lascia andare, si annulla, si mette in vendita, ma solo per lei, una figura femminile idealizzata che diventa ossessione.

Che succede la notte?
Ma che succede la notte?
L’orologio si mette a correre

Questa strofa suggerisce un cambiamento improvviso, forse emotivo o psicologico, che si manifesta di notte. Il tempo sembra accelerare, come se le emozioni prendessero il sopravvento e rendessero tutto più confuso, urgente, incontrollabile.

La notte diventa simbolo di un’identità che si svela o si trasforma, un momento in cui la mente corre, il corpo agisce d’impulso e le certezze si sfaldano.

Come me nella bufera
Per seguire una chimera
Invertire Adamo ed Eva
Fare a botte anche se non c’è bisogno
Spacco il tavolo per te

Annalisa ribalta la narrazione biblica e immagina un mondo in cui Adamo commette il peccato originale al posto di Eva. Forse lei, in quella stessa storia, non si sarebbe fatta ingannare. È una provocazione che sottolinea quanto sia ingiusto e antico attribuire sempre la colpa alle donne.

L’ultima immagine, fortissima, è quella di sentimenti talmente intensi da trasformarsi in rabbia fisica. È un amore estremo, esagerato, in cui l’emotività prende il sopravvento sul controllo. Una rabbia che nasce dal sentimento, ma che forse cerca solo di essere vista.


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