Il brano “Sto bene al mare” propone un significato che può sfuggire a un primo ascolto. Anche se all’apparenza sembra il classico tormentone estivo, in realtà nasconde un messaggio più profondo. La canzone invita a riflettere su ciò che accade “dall’altra parte del mare”: mentre noi ci godiamo le vacanze in tranquillità, in altre parti del mondo si consumano tragedie, guerre e sofferenze che spesso preferiamo ignorare.
Naturalmente non manca un lato più leggero nella canzone: si parla anche del desiderio di rilassarsi, delle storie d’amore che sbocciano d’estate e di quel bisogno di evasione che accompagna ogni stagione calda.
Il videoclip
Il videoclip si allontana volutamente dall’immaginario classico della spiaggia. Non ci sono mare, sabbia o sole. Al contrario, la scena è ambientata in uno studio di registrazione, freddo e artificiale, con solo alcuni oggetti a ricordare vagamente l’estate.
Il contrasto visivo, dominato da toni freddi e spogli, sembra voler sottolineare che non si parla di una vacanza vera e propria, ma di un momento di riflessione. È come se il video volesse dirci che dietro la voglia di evasione si nasconde una realtà che non possiamo ignorare.
Una delle scene più forti è quella che accompagna il verso “Cosa succede dall’altra parte del mare?”. In quel momento, sullo schermo compare un paio di occhiali da sole che riflette un cielo rosso: a un primo sguardo si potrebbe pensare a delle nuvole, ma guardando meglio sembrano vere e proprie esplosioni in lontananza. Un’immagine potente, che richiama in modo diretto la realtà della guerra, contrapposta alla leggerezza dell’estate.
Lo stesso vale per il castello di sabbia con la bandiera della Palestina, che richiama la situazione tragica che la riguarda.
Spiegazione dei versi
Sto bene al mare, al mare
Non ho motivo di stare in città
Mi sento meglio nelle tane dei bruchi
Non è il denaro né una cookie mama-a-a
Che mi fa stare in una valle di cubi
La prima strofa apre con un’immagine surreale e poetica, che sembra voler comunicare un senso di estraneità rispetto alla vita di città e al mondo del successo. Il cantante parla di sentirsi meglio “nelle tane dei bruchi”, lontano dalla frenesia e dalle aspettative.
È come se stesse cercando rifugio in un mondo più semplice, quasi primitivo, dove il valore delle cose non è misurato dal denaro o dalla popolarità.
Uno dei tre artisti del brano, Sayf, offre una prospettiva molto personale. Essendo un autore emergente, si è trovato catapultato in un successo improvviso, che però non sente del tutto suo. La fama lo affatica, non lo rappresenta. Per questo, in modo metaforico, dice di preferire “stare al mare”: non solo un luogo fisico, ma uno spazio mentale più tranquillo, dove ritrovare se stessi e sfuggire alla pressione di una vita iperattiva:
«“Sto bene al mare” per dire che sto bene a casa mia, non sono fatto per la metropoli e per le sue dinamiche».
Sayf, Esquire
Potevo fare come ha fatto papà
E capirci qualche cosa di tubi
Per poi finire coi compari nei ba-a-ar
Con i Campari, le Marlboro e gli urli
Sayf riflette anche su un’alternativa di vita che avrebbe potuto scegliere: imparare un mestiere, magari seguendo le orme del padre, accontentarsi di una quotidianità semplice e finire a chiacchierare del nulla in un bar, tra rumori, bevute e abitudini ripetitive. Una vita forse mediocre, ma concreta.
Ma mi ci vedi tu a Cinecittà?
A fare il ruolo dell’attore più bello
A dire frasi che domani chissà
Se avranno un senso per avere un anello
Il senso di smarrimento di fronte alla celebrità è palpabile. Sayf si chiede se abbia davvero senso frequentare ambienti scintillanti come Cinecittà, dove ci si dà arie e si cerca approvazione, magari solo per sentirsi più attraenti o sperare in un legame amoroso.
Quando parla di “trovare un anello”, sembra alludere non solo all’idea di un partner stabile, ma anche a una connessione autentica in mezzo a tanto caos.
Ma mi ci vedi tipo tu a CityLife?
A fare i cin cin con i re di cemento
A festeggiare di un futuro che, sai
Cambia colore come cambiano i venti
L’artista esprime il suo disagio per una vita fatta di apparenze.
CityLife, simbolo di modernità e lusso, rappresenta un mondo che non sente suo, popolato da “re di cemento”, forse imprenditori o persone di successo con cui non riesce a identificarsi.
Il futuro che “cambia colore” riflette l’instabilità e l’incertezza di chi non sa più a cosa aggrapparsi.
Nel suo specchio cosmetico stiamo perdendo quota
Cattura la pioggia dentro a un berretto di paglia
Milioni di modi con cui la gente si innamora
In un’altra parte del brano, il testo si sofferma su una figura femminile che, pur nella sua quotidianità (come raccogliere la pioggia in un cappello di paglia) diventa simbolo di bellezza e spontaneità.
Non è tanto l’attrazione fisica il punto, quanto il modo in cui piccoli gesti riescono a far innamorare le persone. È un’immagine poetica che richiama la leggerezza dei colpi di fulmine e il mistero dei sentimenti.
E vali tutto il tempo, ti prego, resisti
Quanto dura un’amnesia? Non c’è futuro d’esistere
Mi serve aria, un ventaglio, un altro dettaglio
Mi son ficcato in un guaio
Qui emerge un senso di crisi interiore: il protagonista si rivolge a qualcuno, forse a se stesso, chiedendo di resistere in un momento difficile. L’”amnesia” sembra metafora di un momento in cui tutto è confuso.
Cerca aria, dettagli, appigli per non crollare. L’ammissione finale (“mi son ficcato in un guaio”) restituisce tutta la fragilità del personaggio.
Io non sto bene al mare, mi devo abituare
Mi fa pensare, mami, a quanto siamo stati male
Ho un’estate da sprecare, stavolta rimedio
Le sussurro da dietro perché l’amore è così cieco
In un’altra parte della canzone, il protagonista ammette di non stare affatto bene al mare. Quel luogo, apparentemente felice, gli ricorda una storia d’amore finita male, un passato doloroso. Non vuole ripetere gli stessi errori, non vuole più sprecare l’estate nel rimpianto.
Questa volta ha deciso di godersi il momento e magari incontrare qualcuno di nuovo, a cui sussurrare da dietro che “l’amore è così cieco”. Una frase che suggerisce quanto, nonostante tutto, resti il desiderio di credere nei sentimenti, pur sapendo quanto siano imprevedibili e a volte illusori.
Cosa succede all’altra parte del mare?
Con gli occhiali e con la crema solare mentre la terra scompare
L’ultima strofa contiene la frase che dà il senso più profondo a tutto il brano: “Cosa succede dall’altra parte del mare?”. È il punto di svolta, il momento in cui il testo ci riporta alla realtà. Oltre i nostri ombrelloni, le creme solari e gli occhiali da sole, ci sono terre che soffrono, persone che vivono nell’angoscia e nella guerra.
Il verso “la terra scompare” funziona su due livelli: da un lato, descrive l’azione concreta delle onde che cancellano la battigia; dall’altro, suggerisce la perdita di un senso di unità, di appartenenza al pianeta e all’umanità tutta. È una chiamata a non dimenticare.
Farei un cammino spirituale fino a Timbuctù
Per non cadere in tentazioni come i jeans couture
Farti bastare un amore soltanto
Gli ultimi versi sono una riflessione sul valore delle cose semplici.
In un mondo fatto di apparenze e desideri sempre nuovi, il cantante sembra suggerire che resistere alle tentazioni del superfluo e accontentarsi di un amore sincero potrebbe essere una forma di salvezza.

